Paolo e Franca Scheggi nel 1967
PAOLO SCHEGGI
Paolo Scheggi (Settignano FI, 1940 – Roma, 1971) è stato uno dei protagonisti della neo-avanguardia artistica italiana degli anni Sessanta, in direzione spazialista e monocroma.
Dal 1961 è a Milano dove stringe amicizie e collaborazioni con gli artisti più noti del periodo: da Lucio Fontana che diventa suo mentore sin dal 1962, ad Agostino Bonalumi; dai fondatori di Azimuth, Enrico Castellani e Piero Manzoni, agli esponenti dell’arte programmata e cinetica, da Gianni Colombo ad Alberto Biasi.
Le sue Intersuperfici, opere formate da tre tele sovrapposte e monocrome solcate da aperture irregolari ed ellittiche o perfettamente circolari, sono la matrice di una ricerca pluridisciplinare e unica nel suo genere, che in soli dieci anni attraversa tutti i linguaggi, dalla pittura all’architettura, dalla moda al design, dalla poesia al teatro, e che viene analizzata dai critici più importanti dell’epoca, da Germano Celant a Carlo Belloli.
Già nel 1965 la sua opera è presente in mostre e pubblicazioni internazionali: Gillo Dorfles lo inserisce, sulle pagine della rivista parigina “L’Oeil”, nella cosiddetta Pittura-Oggetto; entra nel movimento della Nouvelle Tendance ed espone con i Gruppi Zero e Nul.
Nel 1966 è il più giovane artista invitato alla XXXIII Biennale di Venezia, è a Parigi al XXI Salon des Réalités Nouvelles, Section Constructiviste, alla Kunsthalle di Bern nella mostra Weiss auf Weiss e a New York, alla Roland Gibson Art Foundation, in Italian Abstract Art.
Nel 1967 rappresenta l’Italia, insieme ad altri colleghi artisti, alla Cinquième Biennale de Paris. Manifestation biennale et internationale des jeunes artistes e alla Exposition International de Beaux-Arts de Montréal.
Dal 1968 la sua indagine si apre in direzione performativa: le sue azioni in spazi urbani affrontano i temi del rituale collettivo e anticipano il lungo periodo della Performance Art.
Gli ultimi due anni lo vedono impegnato in una ricerca concettuale e radicale, in dialogo anche con Vincenzo Agnetti, formata da environment neri, bianchi e specchianti attraversati da parole e musiche metafisiche.
La sua opera è presente nelle principali collezioni pubbliche internazionali.
Ilaria Bignotti, Curatrice scientifica dell’Archivio Paolo Scheggi
La vita e la ricerca Le opere