AMBIENTI E INTEGRAZIONI PLASTICHE 

Paolo Scheggi, Cannocchiale ottico percorribile, 1968, Maquette in acciaio cromato. Opera dispersa.

“Il passaggio di Scheggi dal quadro-oggetto, concluso entro confini ben definiti, a vere e proprie strutture ambientali, coinvolgenti lo spettatore con lo scopo di immetterlo in una situazione vitale, non è stato quindi un trapasso arbitrario, ma una evoluzione coerente, dettata dalle stesse premesse di base della ricerca iniziale. Vogliamo dire, insomma, che il quadro-oggetto di Scheggi, pur nella sua risentita definizione plastica, deve essere guardato piuttosto come una matrice formativa, una potenzialità spazio totale”.

Filiberto Menna, 1969

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