OPERE

Un artista totale e una ricerca multidisciplinare

La storia dell’arte riconosce in Paolo Scheggi (Settignano, Firenze 1940 – Roma 1971), artista fiorentino di origine ma milanese per adozione sin dal 1961, un protagonista della ricerca visuale degli anni Sessanta, collocandolo tra lo Spazialismo di Lucio Fontana, le indagini di area programmata e cinetica e le ricerche in cui l’opera si estende nello spazio e si confronta con i linguaggi architettonici. Ma se queste sono le più o meno rigide categorie in cui lo iscrive la storia dell’arte, la ricerca di Paolo Scheggi si estende e dirama in direzioni molteplici, dalla poesia al teatro, dall’azione urbana alla speculazione concettuale, per arrivare ad abbracciare anche la moda e il design. Partendo dal potentissimo gesto formativo con cui l’artista supera la superficie della tela monocroma, conferendole aperture organiche ellittiche o circolari perfette, la sua indagine si allarga in una elaborazione formale germinante, configurando infinite possibilità visuali, metafore di una riflessione esistenziale profonda che abbraccia lo spazio e il tempo nel quale viviamo. Proprio questo continuo ricercare, dalla superficie della visione alla profondità del pensiero, e viceversa, costituisce la cifra inestinguibile dell’indagine di Scheggi, che lo rende ancor oggi fonte di ispirazione per artisti, designers, architetti, professionisti delle arti performative e della comunicazione.

Ilaria Bignotti

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