PAROLE E PERFORMANCE

Paolo Scheggi, Copia dal vero di Paolo Scheggi, 1970, caratteri lapidari bronzei su tavola di legno rivestita di formica nera, 62 x 63 x 2 cm. Collezione privata.

Il progressivo sprofondare del lavoro di Scheggi in una ritualità magica e religiosa sempre più intensamente partecipata e, a mio avviso, il segno di una sua più diretta e profonda analisi del significato ontologico della vita (e della morte), del significato dell’inconscio, di una sua necessità di uscire dall’oggetto per una riduttività ed essenzialità di linguaggio per la quale Giuseppe Chiari ha potuto dire, e a ragione, di Scheggi, che era “un artista concettuale”; e Scabia ha potuto parlare della fronte che “per prima percepisce” il vento, e allora si sveglia “Mnemosyne”.

Lara-Vinca Masini, 1983

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